L’Isola di Creta è una meta turistica da non perdere per chiunque abbia voglia di una vacanza originale e destinata a rimanere impressa nella mente. Stiamo parlando, in effetti, di una destinazione internazionale. Anche per questo motivo, nei mesi di luglio e agosto – e cioè durante l’alta stagione – i prezzi tendono a essere piuttosto alti. Se si è in cerca di consigli su dove dormire a Creta, comunque, non si ha che l’imbarazzo della scelta visto il grande assortimento di sistemazioni a disposizione, tra appartamenti, case vacanze e hotel. Ipotizzando di voler prenotare una camera doppia in un albergo a 3 stelle, le tariffe possono oscillare tra i 40 e gli 80 euro a notte.
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Che cosa mangiare a Creta
Uno dei tanti motivi per cui è consigliabile visitare questa location è la sua qualità gastronomica, che può essere sperimentata nelle numerose taverne e nei tanti bar che si affacciano sul mare. In cucina, l’olio locale è uno degli ingredienti più usati: si stima che per ogni abitante sull’isola ci siano ben 60 olivi. I piatti a base di carne di maiale e di capra fanno concorrenza a quelli a base di pesce e di polipo, spesso abbinati a verdure o a spezie come la maggiorana e il timo. Da provare anche il myzithra e il graviera, che sono due formaggi del posto, insieme con il paximadi, che è un pane biscottato. Per aprire e chiudere il pranzo, invece, la tradizione impone di provare il raki, una grappa piuttosto forte.
L’Isola di Spinalonga
L’Isola di Spinalonga è un angolo di Creta da scoprire anche perché distante dal turismo di massa. Storia e bellezza si fondono in questa isola, che fu colonizzata dai veneziani, i quali edificarono una celebre fortezza. Nel XVIII secolo, poi, fu la volta dei Turchi. Una volta che la Grecia ebbe riottenuto l’indipendenza, l’isola divenne un lebbrosario, e rimase tale fino alla seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso. I malati di Spinalonga diedero vita a una comunità, che contribuì alla realizzazione di moschee, chiese, botteghe e ovviamente abitazioni. Tante strutture di quei tempi, pur in rovina, sono visibili ancora oggi, ed emanano un fascino unico.
L’Isola di Gramvousa
Da segnare in agenda anche il nome di Gramvousa, isola che nell’Odissea viene menzionata come il posto in cui viveva il dio del vento Eolo. Lo spettacolo offerto dalla natura è unico, grazie a una vegetazione incontaminata e alle circa 400 specie di uccelli che volano da queste parti. Stupiscono i colori del mare turchese, mentre le grotte circostanti sono l’habitat prediletto dalla foca mediterranea, che qui si riproduce. Il paesaggio da cartolina comprende anche una fortezza inespugnabile a picco sul mare. Di fronte, invece, ecco la Laguna di Balos e il promontorio di Capo Tigani, con una spiaggia dalla sabbia rosa e acqua trasparente e bassa. Per giungere qui è possibile lasciare la macchina sul Capo Gramovusa e concedersi una passeggiata di circa mezz’ora, oppure approfittare del battello che arriva dal porto di Kissamos (il prezzo del biglietto è di 20 euro).
La città vecchia di Chania
Chania, conosciuta anche con i nomi di Xania o Hania, è stata soprannominata come la Venezia d’Oriente, e in effetti ha mantenuto molte testimonianze della dominazione veneziana del passato. Ma anche la cultura turca ha lasciato una visibile eredità, come dimostra la Moschea dei Giannizzeri, con la sua cupola d’oro, che rappresenta un prestigioso simbolo ottomano. A Chania è obbligatoria la passeggiata sul lungomare, dietro il quale si sviluppa la mediterranea Città Vecchia, con gli stemmi veneziani sui portoni e i cortili di una volta. Non sono molto distanti le Gole di Samaria, nate grazie alla neve delle Montagne Bianche e all’azione del vento. La camminata dura poco più di 5 ore e si sviluppa lungo 17 chilometri: basta avere delle calzature adatte per scoprire queste gole.
Il palazzo di Festo
Il palazzo di Festo non ha niente da invidiare rispetto a quello di Cnosso, che forse è più noto ma decisamente meno scenografico. L’edificio è stato realizzato su un altopiano che si affaccia sulla pianura di Messara. Si è soliti parlare di palazzo di Festo al singolare, ma in effetti i resti da visitare provengono da tre differenti edifici che sono stati realizzati in secoli diversi. Il Museo Archeologico di Heraklion accoglie i reperti più importanti, insieme con il Disco di Phaestus: si tratta di un oggetto in terracotta piuttosto enigmatico che riporta incise delle figure di animali, di persone o di navi, quasi come si trattasse di geroglifici egiziani. In effetti non si è ancora riusciti a decifrare il significato di questo codice, anche se si ipotizza possa riportare una preghiera.
Rethimno
Infine, l’ultima tappa da non perdere a Creta è Rethimno: anche in questo caso, il suo centro storico è un suggestivo mix di architettura turca e veneziana. Splendide anche le spiagge circostanti, mentre la Loggia veneziana, la Fontana Raimondi e la Fortezza Veneziana sono i più bei posti da vedere.